Le attitudini dello studente del Liceo

 Le attitudini dello studente del Liceo

Da tempo mi occupo di Orientamento in ingresso e, in un incontro tenuto lo scorso anno con i genitori di alunni di terza media, mi è stato chiesto quali fossero le discipline prevalenti all’interno del Liceo delle Scienze Applicate.

In realtà, analizzando meglio la questione, e ponendo l’attenzione sul quesito, viene da pensare che forse sarebbe opportuno parlare piuttosto di un “concerto” fra le aree culturali che compongono l’indirizzo.

In un mondo che diventa sempre più settoriale, molti pedagogisti ed esperti di didattica pongono l’accento su una delle emergenze che i Millennials dovranno affrontare: la difficoltà a considerare con una visione prospettica globale il dato di realtà. E’ chiaro che stiamo parlando di un alunno il quale, cito le competenze in uscita prese dalle Indicazioni nazionali, deve essere in grado di “elaborare l’analisi critica dei fenomeni considerati, la riflessione metodologica sulle procedure sperimentali e la ricerca di strategie atte a favorire la scoperta scientifica”.

In realtà, la ricerca pedagogica sottolinea ora l’importanza delle attitudini. Quali le differenze tra attitudini e competenze? Si potrebbe dire che corriamo il rischio di perderci in sottili disquisizioni, alquanto sterili e improduttive. In realtà la questione è alquanto interessante, perché, dire di puntare sulle attitudini, significa cercare di realizzare la persona nella sua interezza.

Dunque, l’attitudine è un fatto complesso che si collega a tutta la persona ed essere “atto a” vuol dire saper usare tutte le energie individuali (fisiche, intellettuali, affettive) che permettono di raggiungere un buon rendimento nell’esercizio di una particolare attività.

E’ questa l’attitudine che intendiamo formare nei nostri studenti. E’ implicito, ma forse occorre esplicitarlo, che senza competenze e conoscenze non vi sarebbe la possibilità di realizzare appieno le attitudini. Senza un sostrato di coltura non è possibile costruire nulla. Se conosco, applico le mie competenze in un complesso specifico e, quindi, risulto pienamente “atto a”.

Lo studente in uscita dal liceo e che, nella maggior parte dei casi si iscriverà ad una facoltà universitaria, presumibilmente di area scientifica o tecnologica, sarà capace di riflettere criticamente e di effettuare considerazioni sul metodo grazie alle quali raggiungere gli obiettivi prefissati, e di saper usare, come si diceva sopra, tutte le energie individuali che concorrano alla riuscita personale.

Massimo Viganò