L’agenDA Del futuro
Da poco si sono concluse le vacanze pasquali, circostanza che, nelle dinamiche scolastiche, costituisce tradizionalmente l’inizio della volata finale verso la fine dell’anno scolastico e sono ormai passate varie settimane da che la didattica in presenza è stata nuovamente sospesa a causa del peggioramento dei dati relativi al contagio da COVID-19
Ricordiamo che a partire dallo scorso 5 marzo gli studenti hanno seguito le lezioni a distanza. Ma cosa significa ascoltare le lezioni da un monitor?
Qualche mattina fa ho provato a saggiare su me stesso la condizione fisica e psicologica che può vivere uno studente in DAD.
Ho riprodotto la stessa situazione testata da un alunno della nostra scuola. Ho acceso il computer e mi sono costretto a stare seduto alla scrivania per 45 minuti, ho fatto una pausa di 15 minuti, e così di seguito per cinque volte.
Perchè solo cinque volte, visto che a scuola possono esserci anche sei ore di lezione? Perchè alla prospettiva di dover stare per la sesta volta costretto alla scrivania, ho provato un moto di repulsione. Sono andato a salutare quei pochi studenti presenti a scuola poiché quel giorno utilizzavano i laboratori.
E naturalmente, in queste cinque ore, per qualche minuto ero impegnato a rispondere ad una telefonata urgente, a firmare un documento in uscita, a risolvere un problema creatosi a scuola: insomma, ho avuto la possibilità di esercitare una maggiore interazione con il mondo esterno, rispetto a quanto è consentito a uno studente in DAD.
Tutto ciò è durato l’arco di una mattina.
I bambini, i ragazzi, gli adolescenti stanno vivendo questa situazione ormai da un anno. La DAD non è una parentesi all’interno dei normali spazi dedicati alla didattica in presenza. E’ il contrario: la didattica in presenza è stata un intervallo durante la DAD.
Qual è il report che mi viene fornito dai docenti? La parola che riassume la condizione , l’umore, lo stato attentivo dei ragazzi è APATIA. Gli studenti sono in uno stato di apatia, ovvero un'incapacità prolungata o abituale di partecipazione o di interesse, sul piano affettivo o anche intellettivo. Conseguente a cosa? Non solo, ma soprattutto a causa della mancata possibilità di interazione in presenza con i pari e con i docenti.
Su questo gli insegnanti dovranno necessariamente riflettere quando saranno chiamati ad esprimere le valutazioni alla fine dell’anno scolastico. Quanto il processo di apprendimento è stato condizionato dalla DAD? Non mi riferisco solo, ovviamente, al mero risultato numerico conseguente ad una valutazione scritta od orale, ma alla sistematizzazione dell’ appreso. Sarà stato un apprendimento interiorizzato e rielaborato anche in conseguenza di una positiva interazione con il docente o, invece, un’assimilazione passiva di quanto trasmesso?
Saranno riflessioni che potranno essere sviluppate solo quando rientreremo in presenza e, soprattutto, il prossimo anno scolastico.
Intanto, i primi studi sociologici sembrano mostrare che tra i risultati della DAD vi è una passivizzazione dell’apprendimento.
Quali considerazioni trarre alla fine di queste riflessioni? Ne propongo una, sotto forma di domanda.
Fatta salva la necessità di garantire la tutela della salute pubblica, siamo sicuri che il Paese, nelle sue articolazioni politico-amministrative ha compiuto tutte le scelte necessarie per garantire un’apertura quanto più possibile estesa delle scuole?
Non sono sicuro di poter rispondere affermativamente.
Il Dirigente scolastico
Massimo Viganò