Un pensiero per Giulia

Ancora una volta è successo.

Ancora una volta un uomo ha ucciso una donna.

In realtà oggi parliamo non di una donna, ma di una ragazza. Giulia è stata uccisa e il suo corpo martoriato è stato gettato in un dirupo, finché la drammatica scoperta di un volontario ha portato alla luce il suo assassinio.

Una ragazza, dicevo. Una persona che aveva poco più degli anni che avete voi, studenti e studentesse del “Primo Levi”.

Da giorni mi interrogo, ancora una volta, su questa piaga che sta tormentando i nostri anni. Perché accanirsi in modo così cruento sul corpo delle donne? Perché non si accetta che nessun uomo può dirsi padrone di nessuna donna? Perché non si lascia vivere chi non vuole più accettare un rapporto di dipendenza, di umiliazioni, di cancellazione della personalità?

La cultura del possesso ha portato e porta a questi drammatici episodi. Nessuno è di nessuno. Ogni donna ha il diritto, non solo di trovare la sua strada, ma, soprattutto, di non trovarla sbarrata da un maschio con un coltello in mano.

Spero che ognuno di noi non dimentichi mai gli occhi di Giulia, quegli occhi così pieni di vita, che un maschio assassino ha spento per sempre.

Quegli occhi non potranno più vedere gli amici che sarebbero andati a festeggiarla dopo aver conseguito la laurea, quegli occhi non potranno più vedere gli occhi del padre e della sorella, colmi di amore quando ancora la cercavano credendola viva, mentre era invece già là, in quella scarpata.

Cosa fare allora?

Ognuno di noi, di voi, deve cercare la risposta a questa domanda.

Giulia si merita che la sua morte costituisca finalmente un punto di svolta in questo Paese.

Occorre che ognuno faccia la sua parte. Che le istituzioni finalmente formulino strategie per impedire in ogni modo i femminicidi: Stiano VERAMENTE dalla parte delle vittime prima che diventino cadaveri.  E’ necessario che ci si indigni e ci si commuova quando si commentano queste morti. E’ ora di cambiare gli sguardi dei maschi nei confronti delle femmine, perché la predazione inizia da quegli sguardi, da quegli occhi che comunicano violenza.

E’ per questo che martedì alle 11,00 la scuola si ferma per l’omaggio che dobbiamo a questa ragazza. Un minuto di silenzio a partire dal suono della campana.

Vorrei che in quel minuto non lo vivessimo chiusi in classe, ma tutti insieme nei corridoi, io con voi e il ricordo di Giulia con noi.

 Il Dirigente scolastico

Massimo Viganò